Innesto: s. m. [der. di innestare]. In agraria: Operazione con cui si fa concrescere sopra una pianta (detta portainnesto o soggetto) una parte di un altro vegetale della stessa specie o di specie differenti (detto nesto o oggetto), al fine di formare un nuovo individuo più pregiato o più produttivo o più giovane

L’edificio di Othmar Barth, con la sua forma “aperta” e la sua spazialità antigerarchica, si presta bene ad accogliere nuove parti

La sezione delle cellule piramidali medie diventa la matrice geometrica dell’ampliamento: attraverso l’estrusione della stessa si ottiene un semplice corpo edilizio di forma allungata con copertura a doppia falda.

Scuola dell’infanzia / Egna

Stato di fatto
La Haus Unterland con la scuola d’infanzia, progettata da Othmar Barth, è una architettura dal carattere inconfondibile.
La varietà degli spazi e la grande flessibilità che lo caratterizzano sono raggiunti attraverso l’applicazione sistematica di un chiaro principio geometrico.

L’edificio si sviluppa seguendo un processo di crescita che potremmo definire “vegetale”, attraverso la gemmazione successiva di una cellula base fino all’ottenimento di un insieme complesso, variegato ma al tempo stesso compatto.
La cellula base è costituita da un padiglione a pianta quadrata di 375 cm di lato, chiuso da una copertura a piramide.
Le cellule piramidali piccole sono accompagnate da cellule medie, date dall’unione di 4 cellule piccole, e da una grande, pari a 9 cellule piccole, contenente la sala della Haus Unterland.

Questa architettura si inserisce in un filone tipologico all’interno del quale possiamo annoverare opere come il Centro per la comunità ebraica di Trenton di Louis Kahn (1954-58), l’Orfanotrofio di Amsterdam di Aldo van Eyck (1955-60) o diversi progetti di Jørn Utzon basati sul principio della “architettura addizionale”.

Il progetto
Il principio compositivo di tipo estensivo, con un edificazione ad un solo piano, non può purtroppo essere mantenuto per la nuova scuola dell’infanzia, a causa della ristrettezza dell’area disponibile.
La metafora vegetale ci aiuta però ad individuare la strategia di intervento. Sulla “pianta” dell’edificio esistente andiamo ad operare un “innesto” in grado di creare un organismo nuovo, più “forte” e adatto a rispondere alle nuove esigenze funzionali richieste.

L’edificio di Othmar Barth, con la sua forma “aperta” e la sua spazialità antigerarchica, si presta comunque bene ad accogliere nuove parti.

L’innesto si inserisce con naturalezza nell’edificio esistente, utilizzando in pianta il medesimo modulo geometrico di base (la cellula di 375×375 cm) e i relativi sottomoduli.
La sezione delle cellule piramidali medie diventa la matrice geometrica dell’ampliamento: attraverso l’estrusione della stessa si ottiene un semplice corpo edilizio di forma allungata con copertura a doppia falda. Tre di questi corpi, affiancati l’uno all’altro, vanno a formare l’ampliamento che si innesta sul fronte verso il giardino dell’edificio esistente.
Grazie all’operazione di estrusione, quelli che nell’edificio esistente sono dei piccoli lucernari puntuali nell’ampliamento si trasformano in lunghi lucernari lineari, fonte di una bella luce zenitale per i locali speciali del primo piano.

Cliente:
Comune di Egna
Data:
2019
Località:
Egna (BZ)
Nazione:
Italia
Tipologia dell'incarico:
Concorso di progettazione in un grado / Quinto premio, Riconoscimento
Progetto architettonico:
Orazio Basso, Alessandro Simonato
Collaboratori:
Anna Scarabello
Progetto strutturale:
W.E.I.'N Venice S.r.l.